Pinko floydo

Maurizio albertini

pinko floydo

Copyright 2012 maurizio albertini

tutti i diritti riservati

PERSONAGGI

WISH YOU WERE HERE (DIALOGO): INGEGNERE ASTRAGALOFF

ARKANGHELSK

BRAIN DAMAGE (DIALOGO): PRMA PERSONALITà

SECONDA PERSONALITà

TIME (MONOLOGO): UN PERDITEMPO

MONEY (MONOLOGO): UN Affarista

lucifer sam (dialogo): la strega jennifer

il gatto lucifero

shine on you crazy diamond (dialogo): un artista impazzito

un amico

one of these days (monologo): un conoscente di balinowsky

comfortably numb (dialogo): un medico senza frontiere

il faraone akhenaton

WISH YOU WERE HERE

Ma dove si è cacciato Balinowsky?

Stai cercando Balinowsky?

Sì, fra sei ore parte il razzo e lui dovrebbe essere già qui da almeno un’ora.

Arriverà di sicuro vedrai. Balinowsky non si lascerà sfuggire questa occasione per niente al mondo! L’unico uomo a bordo della stazione spaziale insieme a cinque donne astronauta!

Si dice donne astronauta o donne astronaute? O donne astronautesse?

Una buona domanda ingegnere Astragaloff, andrò subito a documentarmi e poi ti darò una risposta corretta.

Ma tu parli sempre così Arkanghelsk?

Solo con te ingegnere Astragaloff, solo con te.

E perché? Se posso chiedertelo Arkanghelsk.

Tu mi incuti soggezione Astragaloff, di fronte a te e al tuo genio io mi sento proprio una vera nullità, un incapace, un inetto!

Non esagerare Arkanghelsk! (urla) Balinowsky come VORREI CHE TU FOSSI QUI!

Ma dove si sarà cacciato il nostro cosmonauta?

A bere, come al solito! L’ultima volta lo hanno caricato a bordo del razzo completamente ubriaco. Per fortuna che c’era anche uno scimpanzé addestrato per il decollo e hanno fatto fare tutto a lui, altrimenti dovevamo mettere un altro pilota.

Ma questo episodio risale a più di venti anni fa! Adesso c’è più posto nei razzi. Non possono far decollare il razzo usando una delle astronautesse?

Quelle non capiscono un tubo di razzi, le hanno messe a bordo per un altro scopo! Se cambi una consonante lo capisci subito, razzi, ‘azzi… chiaro?

Certo ingegnere ho capito benissimo: la famosa colonizzazione di Marte! Ma dovevano proprio scegliere Balinowsky per questo? Perché non hanno scelto me?

Ma tu ti sei mai visto allo specchio? Balinowsky è l’uomo perfetto: ha un fisico da atleta, è bello, intelligente, forte, coraggioso, eroico, preparato. Tecnicamente è il migliore.

Regge bene la vodka?

Balinowsky distingue il paradiso dall’inferno, un campo verde da un freddo binario d’acciaio!

Se mi posso permettere di dire la mia: non mi sembra molto difficile. Anche lo scimpanzé distingueva una leva da una banana e l’hanno spedito nello spazio.

Balinowsky è capace di distinguerli!

Comincio a pensare che la commissione che lo ha scelto fra mille non abbia bevuto solo acqua minerale durante l’esame ma abbia brindato insieme a Balinowsky. Per lui leve e banane sono la stessa cosa.

Balinowsky ha barattato aria bollente con una fresca brezza, una parte da comparsa in guerra con un ruolo di comando in gabbia.

Una gabbia spaziale piena di astronautesse lascive pronte a colonizzare Marte e a riempirlo di piccoli bambini russi grazie all’energia sovrumana di Balinowsky!Però adesso ho capito perché hanno scelto il peggiore astronauta della Russia da quando esistono i voli spaziali con esseri umani. Persino i cani e gli scimpanzé avevano punteggi superiori ai suoi e per di più non erano sempre ubriachi!

Spiegati meglio Arkanghelsk. Cosa stai cercando di insinuare? Sono io che ho scelto il valoroso Balinowsky per questa difficilissima missione! Stai molto attento a quello che dirai! BALINOWSKY, COME VORREI, COME VORREI CHE TU FOSSI QUI! SIAMO SOLO DUE ANIME PERSE CHE NUOTANO IN UNA BOCCIA PER I PESCI…

Ingegnere Astragaloff, hai alzato un po’ troppo il gomito anche tu oggi come Balinowsky? Il grande energumeno Balinowsky?

Ma dove se n’è andato? Il razzo sta per partire, le astronaute sono già tutte a bordo. Balinowsky dove stai correndo sempre, sul solito terreno? Cos’hai trovato Balinowsky? Le tue solite paure? VORREI CHE TU FOSSI QUI!

Si calmi ingegnere Astragaloff, lui arriverà di sicuro, anche se io ormai ho capito il suo segreto!

Quale segreto Arkanghelsk?

Quello di Balinowsky, il suo e quello della commissione d’esame.

E cioè?

BALINOWSKY, accidenti, dove sei? Come vorrei che tu fossi qui! (musica)

Brain Damage

Mannaggia che botta in testa che mi sono preso!

Ma cosa ti è successo? Sanguini! Barcolli! Aiuto, aiuto! C’è un medico-chirurgo- anestesista-rianimatore-anatomopatologo-radiologo-ortopedico in sala?

Stenditi qui sull’erba, sull’erba, bravo.

Ma che sei matto? E’ sporco qui, mi potrei prendere il tetano e la peronospora!

Ecco qua, il matto è sull’erba.

Preferisco fare il matto sul sentiero o nella tua anticamera ma non qui per terra sull’erba contaminata.

Senti invece di parlare tanto tieni il giornale e leggi, così ti distrai in attesa dell’ambulanza. Se vuoi te ne porto degli altri.

Mi scoppia la testa, deve esserci un’emorragia interna, sento come se una diga si fosse aperta e uscisse tutto.

Tutto cosa?

Oscure profezie, il lato oscuro della luna!

Non dire schifezze!

Ma cosa ho detto di male? Aaah che dolore! Sento come se qualcuno mi abitasse nella testa.

Ecco così si ragiona, basta che non parli come prima.

Oscure profezie?

Guarda, io adesso me ne vado e ti lascio lì sull’erba a esalare l’ultimo respiro da solo. Per di più ti puzza l’alito! Ecco forse arriva l’ambulanza, ho sentito una sirena in lontananza.

Che bella rima: arriva l’ambulanza, sento una sirena in lontananza. Che crudele che sei, vuoi farmi a fette, lo sento, mi rivolterai come un calzino finché non mi sarà passata l’emorragia!

Che noia! Ma non stavi morendo-impazzendo-esalando l’ultimo respiro eccetera eccetera?

Io uno così insensibile non l’ho mai conosciuto. La vuoi capire che ho sviluppato una seconda personalità, che c’è qualcuno nella mia testa che non sono io?

Questa seconda personalità è certamente migliore di te. Deve esserlo di sicuro.

Tu sei un mostro! Tu chiudi la porta e butti via la chiave e se faccio qualcosa di diverso dal solito tu non mi stai a sentire.

Sento la sirena…

…dell’ambulanza in lontananza? Mi verrà a cercare sul lato oscuro della luna?

Sento gli elicotteri…

Davvero?

Sento che mi hai proprio rotto le scatole…e che bisogna tenere i pazzi sul sentiero.

Vorrei che tu cambiassi musica, sono stufo di fare ghirlande di margherite sull’erba e di ridere da solo. Tu non sei proprio capace di tenermi compagnia.

Infatti. Non ti sto tenendo compagnia. Tu sei da solo e stai parlando con uno che vive dentro la tua testa. Del resto sei un egoista marcio che non dà mai retta a nessuno.

Allora c’è veramente qualcuno nella mia testa che non sono io! Sei tu!

Io non esisto fuori della tua testa! Stai sdraiato sull’erba, prima o poi arriverà il medico-chirurgo-barbiere-ambulanziere a salvarti. Ti apriranno la testa, ti chiuderanno i rubinetti che perdono e tutto tornerà come prima.

Ma tu non ci sarai più!

Certo che non ci sarò più, io sono la tua seconda personalità che si è stufata di te, noiosissima prima personalità! Ti ci voleva proprio una botta sul cranio per accorgerti finalmente di me! Sono anni che busso alla tua porta e tu niente! Neanche una sbirciatina di traverso per vedere chi sta dando dei colpi!

Allora è colpa tua, sei tu che mi hai dato una botta in testa!

Sento le sirene in lontananza.

Tu sparavi e nessuno sembrava sentire, io non ti sentivo, e poi cosa è successo? Mi ha preso un colpo!

Il matto è sull’erba, il matto è sull’erba, bisogna tenere i pazzi sul sentiero.

Ma allora adesso dove te ne andrai? Non lasciarmi da solo. Adesso ti darò retta, adesso ti ascolterò!

Troppo tardi, il danno cerebrale è irreversibile. Torno sulla luna. (musica)

TIME

Sono un perditempo, sono un perditempo. Mia madre me lo ha sempre detto che sono un perditempo. Ma che ci volete fare io sono fatto così. Sono uno sciupone, un figlio del nostro tempo.

E pensare che mio padre era un ricco orologiaio e che mio nonno era stato anche lui un ricco orologiaio mentre io invece sono solo un gran perditempo, un fannullone, un colabrodo, una clessidra umana la cui sabbia del tempo scorre fra le dita e si perde nelle fessure dei marciapiedi. Persa per sempre.

Io mi trascino e mi lamento. Mi lamento e mi trascino, portato dal vento.

Aspetto, aspetto, aspetto (si siede per terra) Ecco, aspetto. Continuo a aspettare. (si alza) Poi gironzolo, gironzolo, gironzolo per la città aspettando che qualcuno o qualcosa mi mostri la via.

Penso solo alle cose tristi che mi sono successe durante la giornata, ai momenti che rendono una giornata triste e così passo il tempo, perdo le ore in periferia, fuorimano, sono un paladino del pensiero negativo. Un perditempo cronico.

Cronico: come il tempo, Crono, come un cronometro rotto che non si muove più, come un cronista tonto che ripete sempre le stesse battute in tutti i suoi articoli, stanco di stare al sole, di restare a casa a guardare la pioggia.

Mi dicono che sono ancora giovane, ma il tempo passa! Mi dicono che la vita è lunga e che c’è molto tempo da ammazzare e poi un giorno scopri che ti sei lasciato dietro dieci anni.

Tempo, tempo, tempo, ecco come passa il tempo. Nessuno mi ha detto quando correre, non ho sentito il colpo di partenza e così mi sono messo a inseguire il sole per cercare di raggiungerlo.

Ma il sole sta calando e girando per risorgere ancora dietro di me. Il sole è lo stesso, nella stessa strada di prima, ma io sono invecchiato, ho il respiro più corto e sono di un giorno più vicino alla morte.

Ogni anno il tempo passa sempre più veloce, ogni anno si fa più breve e sembra che io non trovi mai il tempo di fare qualcosa. Lo perdo, il tempo, fra progetti senza alcun valore o mezza pagina di scarabocchi.

Me ne sto lì appeso alla mia tranquilla disperazione, un modo di fare così tipicamente inglese!

Adesso tutto precipita, tutto si accelera. Non fai in tempo a abituarti che tutto è già passato. Tutto si sbriciola fra le mani, i vagoni del treno ti passano veloci davanti alla faccia e ognuno è un giorno-mese-anno che scorre via e trascina le foglie secche con sé e così la nostra pelle e le nostre ossa. Inesorabile. Disumano.

Il tempo ci trascina fuori dalla scena, oscenamente.

Ma adesso, adesso e mai più, perché anche l’adesso è passato per sempre e noi non ci rivedremo ancora, io concludo: il tempo è andato, la recita è finita, e io vi saluto, io che credevo di avere qualcosa di più da dirvi! (musica)

MONEY

Sono senza soldi, sono senza soldi, sono PROPRIO senza soldi, diciamocelo: SONO AL VERDE.

SOLDI ANDATE VIA! E come andate via velocemente!

A questo punto fatemi riflettere su come posso fare a procurarmi denaro in questo difficile momento di crisi.

Qualcuno ha da darmi dei suggerimenti? Qualcuno ricco naturalmente. I poveri hanno altro a cui pensare! Comunque sono solo i ricchi e i poveri che pensano solo ai soldi, non ci avete mai fatto caso?

Uno di voi potrebbe dirmi: TROVATI UN BUON LAVORO CON PIU’ PAGA E SEI A POSTO!

Molto originale, peccato che l’ultimo lavoro che ho trovato sia stato un tale insuccesso!

Ero GASATISSIMO, PIENO DI SOLDI nel mio nuovo ruolo di assaggiatore di succo di termite prodotto dalla Ecobiological Food in una fabbrichétta della periferia di Milano ecologicamente adagiata fra un capannone industriale di riciclaggio plastica e una ditta di vernici alla nitro.

Dovete sapere che il succo di termite africana, importata dal Congo contro ogni legge locale e internazionale è un potentissimo e pericolosissimo stupefacente e lì alla Ecobiological ne vendevamo a litri, un po’ allungato col succo d’arancia per guadagnare ancora un po’. In quel periodo d’oro, prima della galera per truffa, avevo le mani piene di soldi, mangiavo caviale continuamente e vivevo in un albergo a 4 stelle. Mi sono anche comprato una squadra di calcio. Congolese. Delle frane. Perdevano perfino contro i pigmei.

Così i soldi come arrivavano se ne andavano, ero a posto Jack anche se tu volevi mettere le mani sul mio gruzzolo. I soldi mi avevano dato alla testa, non capivo più niente. Non facevo che bere succo di termite allungato all’arancia e mi credevo sempre più forte, invincibile, mi permettevo le droghe più costose, non la merda da due lire.

Viaggiavo fra l’Italia e il Congo sempre in prima classe, circondato da negre bellissime e guardie del corpo di due metri quadrati di superficie (non si sa mai con Jack in giro). E alla fine, stufo delle code ai check-in, mi sono comprato un jet personale, così solo con il pilota e la mia hostess nera, strafatto di succo di termite congolese giravo il mondo, tutto a mie spese.

I soldi, così dicono, sono alla radice di ogni crimine. Certo, avrei dovuto dividere equamente tutto il denaro così insettivoramente guadagnato, non avrei dovuto essere così avido da non permettere a nessuno di prendere una fetta della mia torta, ma a noi avidi che se ne fregano della gente cosa importa se uno ha troppo e si mangia tutta la torta da solo. La bulimia di soldi non è ancora stata diagnosticata, anche se è il male più diffuso!

I soldi, così dicono, sono l’origine di tutti i mali di oggi ma se tu chiedi un aumento di stipendio non stupirti che non ti diano un bel niente.

Così alla fine della mia avventura africana mi sono ritrovato come all’inizio, pieno di buchi e tarlato, con i vestiti ritagliati da tane di insetto, polveroso e con l’orticaria. La mia hostess nera è fuggita con l’armadio che mi doveva proteggere da Jack e ora volano con il mio jet privato. Se ne sono andati a un congresso del Fondo Monetario Internazionale dove si discute del Fondo delle Tasche dei Poveracci come me, costretti a bere acqua clorata di rubinetto milanese invece del delizioso succo di termite congolese!

(musica)

Lucifer Sam

Jennifer. Non so spiegare perché questo gatto siamese mi sta sempre incollato addosso. Cosa fai qui gatto? Perché stai sempre seduto al mio fianco, perché mi segui sempre, da che parte vieni? Vieni dal lato cattivo del cuore o dal lato buono? Da che parte spingi la mia anima? La spingi verso l’alto o verso il basso? L’inclinazione a fare del male sei forse tu gatto Sam, gatto Lucifero? Questo gatto è qualcosa che io non so spiegare.

Gatto. Tutto questo sarà tuo se mi ODORERAI.

J. Cos’hai detto? Mi hai forse parlato gatto Lucifero?

G. Certo che ti ho parlato, miao, tutti parlano, basta capire la lingua e tutti si possono capire, miao.

J. E’ la prima volta che parlo con un gatto!

G. Si vede che non sei molto sveglia. Tutti i gatti riescono a far fare quello che vogliono agli uomini, noi parliamo senza parlare, noi inviamo i pensieri senza fare così fatica con la voce, miao.

J. Quindi tu non stai parlando, mi stai inviando parole nella mente e io credo di capire quello che mi dici.

G. Miao, sì.

J. Tu non sei un gatto, sei Lucifero, le tue unghie sono gli artigli del diavolo e io non riesco a liberarmi di te, mi salti sempre addosso. Il diavolo lascia unghiate in giro. Mi hai graffiato, ahi!

G. Così impari le buone maniere gentile Jennifer, tu devi imparare a versare il vino alla maniera giusta, non versare il vino alla rovescia come una traditrice, tu sei una strega, ricordatelo e io sono il tuo angelo custode peloso. Miao.

J. Allora da che parte stai gatto Lucifero?

G. Io sono il lato destro e tu sei il lato sinistro.

J. Io proprio non so spiegare perché tu stia lì, sei un gatto inspiegabile.

G. Io sono il tuo gatto tentatore, un gatto siamese di nome Sam, Sam Lucifero, ai tuoi ordini, per servirti gentile strega Jennifer. Basta che tu mi odori e io ti darò ciò che desideri. Su fai la brava comincia a annusarmi, non fare la difficile, impara a sentire che buon profumo ha il tuo gatto Lucifero.

J. Io non ho voglia di mettermi a annusare gatti!

G. Allora me ne vado al mare e ti pianto in asso. Resterai qui da sola a piangere e a rimpiangermi. Nessuno mi ha mai offeso più di te maleducatissima Jennifer. O dovrei miagolare stupidissima Jennifer? Tu che perderai tutto quello che avresti potuto avere se solo avessi avuto il coraggio di odorarmi?

J. Lucifero veramente vuoi andare al mare? Vuoi fare il gatto moderno, alla moda o vuoi imbarcarti su una nave?

G. Allora ti decidi o no, non starò qui per sempre, anzi presto tutto questo sarà finito e noi non ci rivedremo mai più, non resistere alle tentazioni, sbrigati. Mi hai aperto una scatoletta?

J. Senti inspiegabile gatto, se tu fossi così potente come dici di essere forse le scatolette di carne te le apriresti da solo oppure le faresti materializzare dal nulla invece di chiederle a me.

G. O ma se è solo per questo a me bastano i topi che trovo a bordo della nave, non ho bisogno di topo in scatola, io lo mangio sempre fresco. Era che volevo un aperitivo, uno stuzzichino, un antipastino.

J. Ti ho visto mentre te ne andavi in giro di notte e setacciavi furtivo la sabbia. Cosa stavi facendo?

G. Nascondevo un tesoro, frugavo nei tuoi pensieri, portavo alla luce i tuoi desideri sepolti. Mi facevo un’idea di te, di notte, sottoterra, nei tuoi bassifondi segreti anche a te stessa ma non a me gatto Lucifero.

J. Per me sei sempre più inspiegabile.

G. Perché tu sei fin troppo spiegabile. Sei semplice strega Jennifer, prevedibile, umana troppo umana Jennifer. Noi gatti siamo divinità potenti, non prendiamo prigionieri, uccidiamo le anime e le portiamo nelle nostre cucce feline.

J. Gatto Lucifero, gatto siamese, perché siedi sempre al mio fianco?

G. Perché tutti hanno bisogno di un gatto e se gli manca cominciano a sognarselo e poi cominciano a vederlo anche se non c’è. Poi lui si mette a miagolare dentro alla testa finché non ci si accorgono che lui ha posseduto tutta la loro anima e gli fa fare quello che vuole. Su Jennifer, dài, dàmmi un’annusatina nel di dietro e io ti coprirò d’oro e di diamanti. Cosa aspetti? Dài ODORAMI. Odora l’adorabile Lucifero!

(Musica)

shine on you crazy diamond

Ti ricordi quando eri giovane e splendevi come il sole? Avevi idee geniali allora e volavi in alto sulle ali che ti erano spuntate da sole. Chi avrebbe mai potuto immaginare quello che ti sarebbe successo dopo, geniale eterno fanciullo? Mai avremmo immaginato di venirti a trovare fra le quattro mura di quella stanza in una clinica. Ancora adesso mi sembra una cosa incredibile. Eppure è accaduto.

Certo che me lo ricordo quando ero giovane e libero di volare verso il sole, me lo ricordo bene: tutto sembrava più bello un tempo, le giornate erano più lunghe e luminose, tutti mi sorridevano e erano allegri. Anch’io scoppiavo di felicità e di musica. Ma tutto questo ormai fa parte del passato, oggi le giornate scorrono lunghe e noiose e basta niente per precipitare nel caos, nella rabbia o nella tristezza, basta veramente poco, un soffio, e tutto è disarmonia…

Non essere così triste e pessimista, tutto può tornare come quando eri giovane e solare. Non devi cedere allo sconforto e ai ganci del destino ostile. Continua a brillare pazzo diamante.

Dici bene tu! Tu non sei me, tu non provi quello che sto provando io in questo momento. La mia forza creativa che prima mi aveva sostenuto e mi eccitava ormai ha crepato il vaso di cristallo che la conteneva e io faccio acqua da tutte le parti. Io sono una brocca che cola e non tiene più.

Adesso vedo uno sguardo nei tuoi occhi come buchi neri nel cielo. Non essere così triste, continua a brillare. Lo so che sei stato catturato dal fuoco incrociato della fanciullezza e del successo e ti sei spezzato. Come Icaro sei precipitato giù dopo essere volato così in alto.

No, non come Icaro. Lui aveva ali finte tenute insieme con la cera che si è poi sciolta al sole. Le sue erano ali posticce inventate dal padre per farlo fuggire dal labirinto di follia che gli aveva costruito intorno. Non poteva funzionare e Icaro è morto. Le mie invece erano ali vere, lo spirito soffiava veramente in me ma mi ha schiantato. Una brezza d’acciaio mi ha fatto volare troppo in alto e io, un tempo bersaglio di lontane risate, non riesco più a rialzarmi dopo la caduta.

Avanti straniero, avanti martire e leggenda, brilla di nuovo come il diamante che eri e che sei. Io lo so che hai raggiunto il segreto troppo presto e che hai preteso la luna, ma proprio per questo devi continuare a splendere.

Non ce la faccio,mi sono spezzato per sempre ormai. Sento solo in lontananza gli echi delle mie canzoni che ormai vibrano per il mondo, segno della mia vera potenza creativa, simbolo alato della mia voce vibrante. E questo mi dà conforto nella mia cella.

Io lo so che di notte ti minacciano le ombre perché prima ti sei esposto troppo alla luce. Hai consumato il tuo benvenuto con precisione casuale, hai cavalcato la brezza d’acciaio che ti ha sezionato in diecimila schegge impazzite.

E’ vero, è così. Chi rimetterà insieme tutti i miei pezzi? Forse che tu ci riuscirai?

No, non lo credo possibile, nessuno può riunire i frammenti di un diamante sbriciolato, io ero troppo duro e troppo fragile, anche se splendido.

Tu lo farai, tu ce la farai. Tu da solo riuscirai a rimetterti in sella e a cavalcare di nuovo l’onda della realtà, lo spazio delle varianti. Tu che sei sempre stato e sempre resterai un visionario e un sognatore, un pittore e un pifferaio magico. E anche se adesso ti senti un prigioniero, brilla, continua a brillare pazzo diamante. Ti prego, continua a brillare, ti prego.

One of these days

Era una persona estremamente aperta. Era democratico Balinowsky, senza pregiudizi: semplicemente, non faceva distinzioni. In poche parole: DETESTAVA TUTTI SENZA DISCRIMINAZIONI DI NESSUN TIPO, A 360°. Nessun razzismo, nessuna misoginia, nessuna fobia: odiava tutti.

Quindi si potrebbe dire che era, a suo modo, un uomo giusto, un giusto fra le nazioni? Correttamente spalmava il suo rancore su chiunque gli passasse troppo vicino, bianco o nero, uomo o donna, malato o sano, grasso o magro, bello o brutto e così via: odio per tutti, a palate, equamente.

Poi, UNO DI QUESTI GIORNI, un piccolissimo frammento di meteorite metallico piovuto dal cosmo siderale, non più grande di un granello di riso è caduto sulla testa di Balinowsky, il famoso astronauta russo, l’uomo selezionato nella missione spaziale per la colonizzazione di Marte.

Tutti conoscevano Balinowsky come una persona odiosa, rancorosa, prepotente. Un matto rompicoglioni insomma. Vero è che si trattava di un uomo fuori dal comune, molto alto e robusto, prestante, intelligente ma purtroppo fin troppo consapevole di tutte queste sue qualità che lo rendevano estremamente narcisista e supponente. Balinowsky volava sempre in alto, nella stratosfera.

Poi, UNO DI QUESTI GIORNI, una tempesta sconvolse i suoi lobi cerebrali frontali perché una piccolissima scheggia siderale penetrò nella sua materia grigia modificando alcuni circuiti neuronali fondamentali che si accompagnavano al comportamento da stronzi.

(pausa)

Nessuno riconosceva più Balinowsky. Tutto a un tratto era diventato buonissimo, gentilissimo. Con tutti era buono. Ma così buono che nessuna donna si avvicinava più a lui, tanto era buono. Si sa infatti che Balinowsky era molto attraente: per questo era stato scelto per colonizzare Marte: provate a immaginare un intero pianeta riempito solo con i figli di Balinowsky!

UNO DI QUESTI GIORNI Balinowsky si fermò di colpo in mezzo al marciapiede. Videro Balinowsky chinarsi su una formichina che in quel preciso momento lo stava attraversando e lui che la accompagnava, evitava di calpestarla e aspettava che passasse, materno. Per uscire a comprarsi le sigarette Balinowsky ormai impiegava dalle quattro alle sei ore! Perché Balinowsky era diventato buonissimo. Grazie al meteorite.

Balinowsky adesso amava tutti, amava ogni cosa, era turbato all’idea di consumare l’ossigeno degli altri, di sottrarlo alla gente. Si sentiva molto egoista

e cercava di risparmiare ogni molecola perché gli altri potessero averne di più.

Così, UNO DI QUESTI GIORNI, videro che Balinowsky si fermava di colpo in mezzo al marciapiede e si chinava su una formichina (un’altra) e la faceva passare, ma trattenendo anche il respiro. Grande Balinowsky! Gli ci volevano a quel punto dalle sei alle otto ore per uscire a comprarsi le sigarette. E restava pure sfiatato. Nessuno voleva più vedere Balinowsky. Per prendere un caffè insieme a lui ci volevano ormai dalle otto alle dieci ore e poi la sua pelle era sempre di uno sgradevole colorito bluastro e il suo fiato sapeva di acetone.

Come era stato possibile che l’odioso Balinowsky fosse di colpo diventato così gentile, così carino, così disponibile, così umano? Tutti se lo chiedevano e alzando gli occhi al cielo (non si sa mai!) pensavano: ma quanti baristi e tabaccai ha rovinato Balinowsky?

Comfortably NUMB

Ehi, c’è nessuno là dentro? Oooooh!? C’è nessunoooo? Qualcuno mi sente? Fai un cenno se mi senti. C’è nessuno in casa?

COSA VUOI TU, UMANO?

Chi ha parlato? Ti ho sentito! Mi hanno detto che stai male, che ti senti molto giù.

CHI SEI TU, UMANO?

Io posso farti stare meglio, posso rimetterti in piedi.

PERCHE’ DISTURBI IL MIO SONNO, UMANO?

Ehm, ma perché mi fai tutte queste domande? Rilassati. Dimmi piuttosto qualcosa di te, mi servono alcune informazioni prima di tutto, solo alcuni fatti elementari. Per esempio: puoi mostrarmi dove ti fa male?

TU COMINCI PROPRIO A DARMI FASTIDIO, UMANO! COME OSI RIVOLGERTI DIRETTAMENTE AL FIGLIO DEL SOLE NASCENTE, AL TORO DI SUA MADRE, UMANO?

Mamma mia, che caratterino difficile! Ricominciamo da capo. Io non sono venuto qui in Egitto per perdere il mio tempo con te, ho anche tante altre cose da fare e altri pazienti da curare. Quindi, invece di fare tante parole dimmi da bravo dove ti fa male, anche se mi sembra che non ci sia più dolore e che tu ti stia rimettendo.

IO SONO AKHENATON, FIGLIO DEL SOLE, FIGLIO DI HORUS, FIGLIO DELL’ATON, TORO DI SUA MADRE ISIDE, IMMAGINE DI OSIRIDE. IO SONO RA. COSA VUOI ANCORA TU DA ME, UMANO? PERCHE TURBI LA MIA PACE, UMANO?

Ecco veramente… pensa come se tu fossi uno che nuota in mezzo alle onde…

IO PROVO SEMPRE PIU’ FASTIDIO NEL SENTIRE IL RONZIO DELLA TUA VOCE, UMANO! NON CAPISCO UNA PAROLA DI QUELLO CHE DICI, UMANO.

Già, già. (pausa) Le tue labbra si muovono ma non riesco a sentire la tua voce, non sento quello che dici. Per caso non hai mai avuto una sensazione di gonfiore alle mani da bambino quando avevi la febbre?

IO NON RIESCO A SPIEGARTI QUELLO CHE SONO, UMANO. TU NON PUOI CAPIRE CHE IO ORA SONO PIACEVOLMENTE INSENSIBILE, UMANO. PIACEVOLMENTE INSENSIBILE!

Okey, okey! Non facciamo tante storie adesso. Facciamo una piccola punturina, niente di più, ma potresti sentirti un po’ male. (gli fa un’iniezione) Riesci a alzarti? Penso che stia funzionando. Ottimo!

UMANO, IO SONO AKHENATON, IO SONO IL FIGLIO DI RA, IO SONO HORUS IL FALCO, IO SONO IL NILO, IO SOLO POSSIEDO LE CORONE DELL’ALTO E BASSO EGITTO!

Allora riesci a alzarti? Non c’è più dolore. Ti stai rimettendo.

PRIMA CHE TU, UMANO, ARRIVASSI IO AKHENATON HO AVUTO UNA VISIONE FUGGEVOLE, OLTRE L’ANGOLO DELL’OCCHIO. MI SONO VOLTATO PER OSSERVARLA MA NON C’ERA PIU’, ADESSO NON RIESCO A INDICARLA CON IL DITO. IL SOGNO E’ SVANITO PERCHE’ TU MI STAI RIPORTANDO INDIETRO DAL REGNO DI OSIRIDE. PER COLPA TUA SONO DIVENTATO PIACEVOLMENTE INSENSIBILE, UMANO. IL BEL SOGNO E’ SVANITO!

(stupidamente allegro) Ti stai rimettendo!

IO, AKHENATON, GIACEVO NEL MIO SARCOFAGO DA TREMILA ANNI E POI ARRIVI TU, UMANO, A RIPORTARMI INDIETRO! COMINCIA A PREOCCUPARTI, UMANO, GUAI A RISVEGLIARE I FARAONI MORTI!

(molto preoccupato) Caz…. ma allora veramente riesci a alzarti!

(MUSICA)

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