MERLINO

MAURIZIO ALBERTINI, SEMINARIO GRUPPO SOGNI DEL 28 GIUGNO 2016

MERLINO

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PREMESSA

DAL CANTO DI TALIESIN,

CONSIDERATO ALLIEVO E ACCOMPAGNATORE DI MERLINO:

                      i HAVE BEEN IN MANY SHAPES BEFORE I ATTAINED A CONGENIAL FORM.

I HAVE BEEN A NARROW BLADE OF A SWORD;

I HAVE BEEN A DROP IN THE AIR;

I HAVE BEEN A SHINING STAR;

I HAVE BEEN A WORD IN A BOOK;

I HAVE BEEN A BOOK IN THE BEGINNING;

I HAVE BEEN A LIGHT IN A LANTERN A YEAR AND A HALF;

I HAVE BEEN A BRIDGE FOR PASSING OVER THREESCORE RIVERS;

I HAVE JOURNEYED AS AN EAGLE;

I HAVE BEEN A BOAT ON THE SEA;

I HAVE BEEN A DIRECTOR IN BATTLE;

I HAVE BEEN A SWORD IN THE HAND;

I HAVE BEEN A SHIELD IN FIGHT;

I HAVE BEEN A STRING OF A HARP;

I HAVE BEEN ENCHANTED FOR A YEAR IN THE FOAM OF WATER;

THERE IS NOTHING IN WICH I HAVE NOT BEEN.1

Un sogno di Federica mi ha condotto a alcune riflessioni sul Medioevo, sul ciclo del Graal e sulla figura di Merlino il mago.

Ma cominciamo con raccontare il suo sogno: “Sono con Maria e scendo in una vasta sala sotterranea con il soffitto a volta. Le chiedo se sapeva che ci fosse questa stanza così grande là sotto. Nella stanza c’è un catafalco sul quale è sdraiata una donna in abiti medievali, con un velo in testa e le braccia lungo i fianchi. Mi fa venire in mente le tombe dei nobili del 1200-1400 ma mi accorgo che la donna non è morta ma dorme e che si può risvegliare. Già nel sogno penso: guarda quante cose ci sono ancora da scoprire”.

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La discussione intorno alle associazioni del sogno mi ha portato a evocare la figura della donna quale viene descritta per esempio da Dante e Petrarca attraverso le figure di Beatrice o di Laura, che sono rappresentazioni dell’Anima.

Questa figura di donna medievale, che sembrerebbe pronta a risvegliarsi nel nostro mondo, fu cantata dai trovatori provenzali, dal Minnesang tedesco e nel ciclo del Graal.

Questa donna attorno a cui ruotava l’amor cortese e la ricerca dello spirito attraverso la guida del femminile e dell’amore era in contrasto con la visione troppo maschile delle religioni unilateralmente patriarcali centrate sul Logos, sulla legge, sul potere della ragione.

Laura è per Petrarca L’aura, ma anche L’aurora, da leggersi anche come l’aur’ora ovvero l’aurea ora: quella della discesa della coscienza superiore sotto forma di pioggia d’oro e di unione amorosa con l’anima (come nel mito di Dafne, la ninfa amata da Apollo-sole, il cui simbolo è l’alloro, Laura appunto, o nel mito di Danae come anche di quello della nascita di Atena, la dea dagli occhi scintillanti e dal casco d’oro).

Laura, Beatrice, Atena sono l’oro dei filosofi e degli alchimisti, sono a-tanatos, immortali e glaucopidi, dagli occhi brillanti per la Sapienza, cioè la visione cosmica e unitaria della realtà, in contrasto con quella limitata, ordinaria, paralizzante, pietrificante e paranoica di Medusa, l’ego dalla coscienza abissalmente terrorizzata e terrorizzante, rappresentazione della follia e Ombra di Atena.

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Non a caso c’era un impronta orientale sia nei trovatori che nei Fedeli d’Amore, setta cui appartenevano anche Dante e gli scrittori del Dolce Stil Novo: quella dei Sufi, mistici islamici medievali.

E questo influsso, arrivato in Europa grazie ai crociati che tornavano in Francia e in Inghilterra, si mescolò al mito celtico del Graal, che narrava la ricerca del vaso-cuore che aveva raccolto il sangue di Gesù Cristo (mito che proveniva anche lui dalla Palestina) e che descrive in parte anche la penetrazione del cristianesimo in Gran Bretagna intorno al quinto secolo dopo cristo: re Artù con i dodici cavalieri della Tavola Rotonda è chiaramente collegato alla figura dell’Anthropos, al Cristo con i dodici apostoli, e da qui nasce l’ideale cavalleresco cristiano che ha dominato per secoli.

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Difendere e soccorrere una donna faceva parte delle virtù richieste ai cavalieri di Re Artù: una manifestazione compensatoria rispetto a una sopravvalutazione del maschile. L’amor cortese era un’espressione del fatto che il principio di relazione, l’Eros, cercava di farsi notare e di essere preso in maggiore considerazione, la letteratura di quell’epoca mostra bene quanta importanza avesse questa forma di omaggio all’amore, soprattutto nei Romans de la Table Ronde.

Prendere in maggiore considerazione la donna in carne e ossa, entrare in relazione con lei non più soltanto sul piano della sensualità e dell’istintualità, implicava anche entrare in relazione con l’elemento femminile in generale e in particolare con la femminilità propria dell’uomo, cioè con l’Anima, personificazione dell’inconscio nell’uomo che nei sogni, nelle visioni e nelle fantasie creative si presenta sotto forma di donna o dea.

Se l’Anima non è proiettata sulla donna ma vive nel luogo che le è proprio, la psiche, essa diventa per l’uomo una mediatrice dei contenuti dell’inconscio. In questo senso si può intendere per esempio la portatrice del Graal che Perceval incontrerà (nella letteratura del Graal si ritrovano molte figure femminili che hanno la caratteristica dell’Anima e non vanno tanto intese come donne reali quanto appunto come figure di anima, dotate di un’essenza sovrumana e di tratti archetipici).

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Nel sogno di Federica io intravedevo l’emergere di questa figura legata al Medioevo che chiedeva di essere nuovamente presa in considerazione come allora, perché anche questa è un’epoca di sopravvalutazione del maschile.

Maschile troppo razionale che ha perso l’anima e il femminile e quindi la via per arrivare allo spirito. Un maschile intellettuale, scientifico, unilaterale, razionalistico, poco accogliente, duro. I cinesi direbbero troppo yang senza yin, troppa durezza senza flessibilità, come un vetro fragile. Un maschile dominato oscuramente da ciò che non vede, il femminile appunto, che diventa nemico invece che alleato. E il femminile ignorato è anche l’inconscio e la materia ignorate, che finiscono poi per farla da padroni, da qui il materialismo e lo scientismo estremi di questa nostra epoca.

Ma l’anima è anche il lato nascosto della realtà, ciò che sta nel buio, nei sogni, nelle intuizioni, nelle sincronicità, ciò che vive sotto la superficie della coscienza e della realtà.

E qui entra in scena Merlino, il cui padre era un diavolo e la madre una ragazza molto pia, Merlino che conosceva il passato e il futuro, cioè che vedeva nell’inconscio, nella psiche profonda, quale è descritta oggi dalla psicologia analitica, e nella realtà aspaziale e atemporale del substrato quantistico della realtà, quale è descritta oggi dalla fisica moderna.

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Cercherò di amplificare la figura di Merlino in relazione alla sua doppia natura luminoso-oscura (a due strati: è per metà umano-cristiano e per metà diabolico-pagano), supponendo che sia in atto lo stesso archetipo che è alla base del mito del Graal (associato all’emergere dell’anima medievale, come ci viene anche suggerito dal sogno di Federica).2

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Si può parlare nel caso di Merlino dell’archetipo della ‘personalità mana’ o del ‘mago’. A lui si adatta bene quello che dice Jung dello ‘spirito Mercurio’: da una parte è un personaggio di luce spirituale dotato di un sapere superiore, dall’altra è uno spirito ctonio della natura. Il suo sapere lo riconduce comunque sempre alla natura e la sua origine ctonia è anche la fonte del suo sapere, sicché entrambi si rivelano infine come due aspetti della stessa ‘personalità’.

Questa figura che giace da secoli nell’inconscio e che ora riemerge non è stata accolta dalla immagine del mondo creata dalla scienze naturali a partire dal 1600 circa. Oggi quindi si aggira nell’inconscio collettivo agendo in autonomia come parte rimossa e così si carica sempre più di ‘mana-energia’. Tutti quei contenuti che a partire dal XVII secolo sono stati respinti dalla coscienza del tempo sono sprofondati nell’inconscio: di questi fanno parte anche la magia naturale pagana e l’alchimia.

Si potrebbe dire che questa figura di mago, che vive nel nostro inconscio, si oppone alla scienza e al cristianesimo, come fa Merlino. Ma non in maniera distruttiva, anzi è bisognoso di redenzione, chiede di uscire dal bosco-inconscio in cui è stato imprigionato dalla sua allieva Niniana-Viviana tanto tempo fa.

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Merlino divenne noto come veggente e profeta britannico ben oltre la Britannia dopo il libro Le profezie di Merlino scritto da Goffredo di Monmouth, su commissione del Vescovo Alexander di Lincoln nel 1134. Comunque sia le profezie che una figura simile risalgono al VII-IX secolo e si trovano nell’anonima Historia Britonum. Con la sua capacità di veggenza e con le sue arti magiche incarna, come l’eremita che dà consiglio a Perceval, l’archetipo dello Spirito che è anche vicino alla natura come le ninfe, i nani e gli elfi.

Questo personaggio all’inizio del 1200 è stato scelto poi da Robert de Boron (che si è basato sul libro di Goffredo, Vita Merlini) per preparare il terreno per il Graal in Britannia, perché il trasferimento del sacro vaso-cuore rappresenta l’introduzione del Cristianesimo in quel paese: Merlino è un rappresentante della Britannia pagana cui viene portato il cristianesimo con il Graal.

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Merlino è il potere misterioso e spirituale che sta dietro la Tavola Rotonda di Artù (che ha allevato e educato). La sua doppiezza e la sua natura di briccone (Trickster) fanno di lui una figura mefistofelica ma la sua conoscenza del passato (che gli viene dal padre diavolo) e del futuro (che gli viene dalla madre pia e cristiana) esprime una saggezza superiore rispetto a quella di Artù e dei suoi cavalieri, che sono sempre piuttosto inconsapevoli e senza pensieri. Merlino, come il Graal, esprime una coscienza superiore e morale proiettata, perché è sempre in grado di svelare delitti e mancanze.

Merlino doveva essere il profeta inviato sulla terra dai diavoli, quindi era identificato sia come Anticristo che come Giuda, ma il potere del bene si dimostrò in lui più forte di quello del male grazie alla devozione della madre che impedì alla parte diabolica paterna di agire. Questa parte però si manifestava nei poteri magici e nella sua soddisfazione nel fare scherzi agli altri o nel prendersi gioco della gente. In Merlino la Trinità cristiana diventa quaternità con l’aggiunta del diavolo oscuro: con il 4 si entra in una nuova dimensione nella quale l’Uno originario, la totalità, si manifesta rinnovata raccogliendo in sé il tre in una Unità. Così Merlino non è semplicemente l’Anticristo che che si aggiunge come Quarto alla Trinità ma è una incarnazione del Dio padre Uno Originario. In Merlino si incarnano insieme Dio padre, Cristo e Spirito Santo.3

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Cosa significa? La nuova dimensione che viene raggiunta e viene rappresentata da Merlino è quella dell’umano e del naturale, che sembrano significare una realizzazione del divino che è scesa a penetrare più profondamente il nostro mondo: è Dio nascosto nella natura e personificato (come lo spirito Mercurio degli alchimisti: Cristo + Anticristo, luce +tenebre, coscienza-luce + inconscio-ombra, maschile + femminile, insomma gli opposti uniti, cristiano +pagano, dio in cielo e dio nella natura, due aspetti complementari dell’unità, yin + yang, regolati dall’Uno che è il Tao che ordina misteriosamente il mutamento ciclico degli opposti).

Merlino è il contenuto del Graal, è l’uomo totale, l’Anthropos, in cui sono unite la parte animale-naturale-istintuale e quella spirituale-razionale-morale, che non sono più in conflitto. E’ l’io cosciente ricettivo che tiene conto (soffrendo per la tensione provocata dal contatto con l’ombra) dei sogni, dell’anima femminile, della natura e dei suoi messaggi, delle intuizioni oscure provenienti dalla sua natura profonda e essenziale non condizionata dall’esterno, e del corpo, con i suoi sintomi e linguaggio.

Merlino rappresenta l’uomo che non ascolta solo la sua ragione unilaterale o il pensiero logico ‘diurno’ ma è romanticamente in ascolto e attratto anche dalla luna e dalla notte, dal bosco di notte pieno di esseri fatati da ascoltare (oggi diremmo l’inconscio, ma era lingua sacra anche il ronzio delle api che è la voce dello Spirito nella natura: Davar=Verbo, in ebraico, Davar cioè Deborah=Ape, in ebraico.., lo spirito che è nella brezza, nella natura, e anche nella mente, magari contemporaneamente come nelle sincronicità).

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Sia Goffredo di Monmouth che Robert de Boron raccontano che Merlino rivelò la presenza sottoterra della coppia di draghi bianco e rosso che lottavano fra loro e che facevano crollare la torre di Vertigiers. Ciò significa che Merlino è colui che pone l’attenzione sul problema degli opposti in conflitto, problema divenuto inconscio (cioè “sottoterra”; secondo l’alchimia questi opposti vanno riuniti nelle ‘nozze chimiche’, sono lo sposo, rosso e la sposa, bianca, la coscienza solare e l’anima lunare).

Secondo la leggenda Merlino si è ritirato dal mondo degli uomini nel bosco, impazzito per il dolore di aver visto uccidere in battaglia suo fratello e altri amici e nel bosco vive come un animale selvaggio, dove vuole restare, avendo abbandonato la moglie, anche se quando questa vuole risposarsi lui esce dal bosco e uccide il rivale spaccandogli la testa con delle corna di cervo…

Merlino vive nel bosco in una casa che gli ha costruito la sorella con DICIASSETTE4 finestre e porte e qui si dedica a osservazioni astronomiche, cantando gli avvenimenti futuri (insegnerà poi anche alla sorella a profetizzare considerandola sua pari)…

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Ma perché Merlino scopre da un lato il conflitto inconscio simboleggiato dai due draghi e d’altra parte non regge psicologicamente la guerra insensata degli uomini fra di loro?

Perché le due cose sono collegate: l’inconsapevolezza del problema interiore degli opposti porta alla guerra, impedendo le nozze di bianco e rosso (anima-inconscio-luna e ego-coscienza-sole) e Merlino si dispera per la follia degli uomini che NON RIESCONO A RENDERSENE CONTO.

Merlino che vive nel bosco e osserva le stelle è il druido celtico, lo sciamano, il sacerdote, il bardo, lo stregone, il santo taoista: è l’uomo che IN COMPLETA SOLITUDINE E INDIPENDENTEMENTE DAL RESTO DELL’UMANITA’ SI APRE UN ACCESSO DIRETTO ALL’INCONSCIO E VIVE ASCOLTANDO LE PROFEZIE DEI SUOI SPIRITI, IL SUO INCONSCIO APPUNTO, diventando così una fonte di vita spirituale per l’ambiente che lo circonda.

Come dice Mircea Eliade5 lo sciamano e lo stregone sono talvolta preda della follia temporanea e di disturbi dell’equilibrio psichico, ma diversamente dal malato mentale essi sono in grado di curare il proprio male, cosa che il malato non riesce a fare: ACCANTO A MERLINO IMPAZZITO DAL DOLORE PER LA GUERRA SGORGA UNA SORGENTE D’ACQUA CHE LO GUARISCE E CON CUI DOPO CURERA’ GLI ALTRI: LA FOLLIA DI MERLINO VA CONSIDERATA COME UNA INIZIAZIONE CON CUI ENTRA IN PIU’ STRETTO CONTATTO CON I POTERI DELL’ALDILA’.

Merlino, come gli sciamani, vive dunque isolato nel bosco al servizio della divinità, è peloso (è figlio del diavolo!) come gli animali del bosco ma anche come Elia e San Giovanni Battista6, è pastore di animali selvatici: E’ STATO PARAGONATO ESPLICITAMENTE A ORFEO da Goffredo di Monmouth e anche al dio latino Silvano-Silvestro…

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Nel suo osservatorio nel bosco (un querceto) vive con IL BARDO TALIESIN, suo discepolo, LA SORELLA GANIEDA, E UN EX MALATO MENTALE DA LUI GUARITO… (3 + 1, TOTALITA’).

Famoso è IL RISO DI MERLINO: ride quando vede un vecchio cencioso seduto e un ragazzino si compra le scarpe. Il povero non sa di essere seduto sopra un tesoro sepolto e il giovane non sa che morirà il giorno dopo. Si capisce bene allora LA SOLITUDINE DI MERLINO: la conoscenza che gli permette di vedere i nessi inconsci agli altri lo isola dal resto dell’umanità che trova il suo comportamento insensato e fastidioso.

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L’attenzione alla divinità, di cui lui incarna parte del sapere e del mistero, è totale. Questa dedizione significa in termini psicologici permettere alla viva realtà dell’inconscio di manifestarsi attraverso di lui ma questo è possibile, questo emergere della psiche che lo lega agli animali, alla natura e al cosmo è possibile solo quando Merlino è nel bosco, cioè quando ha rinunciato a un adeguamento collettivo, alla presunzione della coscienza e all’amor proprio: solo quando il sole (della coscienza dell’io collettivo) tramonta è possibile vedere le stelle (la natura cosmica che abita anche nell’uomo, l’anima).

Così l’anima gli ha comunicato presagi che sono andati ben oltre la sua epoca, il Medioevo, proprio come il mito del Graal: MERLINO RAPPRESENTA L’UOMO TOTALE, L’HOMO QUADRATUS DELL’ALCHIMIA, IN CUI L’UOMO NORMALE DIVENTA TUTT’UNO CON LA TOTALITA’ CHE LO SUPERA. MERLINO DIVENTA TRASPARENTE ALL’ESSERE7 CHE ABITA IN LUI (E IN NOI) PERCHE’ IL SUO IO SI E’ FATTO DA PARTE E QUESTA RINUNCIA A UNA COSCIENZA UNILATERALE SICURA DI SE’ E INCENTRATA SULLA VOLONTA’ LO RENDE A VOLTE AGLI OCCHI DEL MONDO STRANO E BUFFONE O INCOMPRENSIBILE, O SGRADEVOLE.

MA MERLINO MANTIENE APERTO L’ACCESSO ALLE PROFONDITA’ DIVINO-ANIMALI DELLA PSICHE.

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Il grande successo della figura di Merlino sia nel Medioevo che ancora oggi si spiega col fatto che rappresenta una figura dell’inconscio collettivo intensamente costellata: MERLINO RAPPRESENTA CIO’ CHE NELL’ALCHIMIA VENIVA CHIAMATO LO SPIRITO MERCURIO. IL MERCURIO ALCHEMICO E’ DIO NASCOSTO NELLA NATURA, E’ IL GRANDE UOMO INTERIORE.8 E’ L’ESPERIENZA DEL DIVINO NELLA NATURA O DELL’INCONSCIO. HA BISOGNO DI UN VASO PER ESSERE CONTENUTO (QUINDI DI UNA FORTE PERSONALITA’ SCIAMANICA IN GRADO DI SOSTENERE QUESTA INFINITA ENERGIA COSMICA SENZA ESPLODERE, SENZA IMPAZZIRE, RICEVENDOLA E INSIEME METTENDOSI DA PARTE9 . IL VASO E’ IL GRAAL, NECESSARIO A CONTENERE IL SANGUE, CIOE’ LO SPIRITO, DELLA DIVINITA’. SI POTREBBE ANCHE CHIAMARLO ‘IL VASO ERMETICO’ USANDO I TERMINI ALCHEMICI: LA VERGINE-VASO-GRAAL CHE ACCOGLIE LO SPIRITO-FIGLIO-MERCURIO-MERLINO/ OVVERO CRISTO + ANTICRISTO/ LUCE + OMBRA…).

Si ripete quello che è stato scritto prima: Merlino è il contenuto del Graal.

MERLINO-MERCURIO E’ SCALTRO E DOPPIO, “SI RALLEGRA DELLA COMPAGNIA DEI BUONI E DEI CATTIVI”, E’ L’UOMO PRIMORDIALE, RIUNISCE IL CRISTO E L’ANTICRISTO, LUCE E TENEBRE, E’ FISICO E SPIRITUALE ALLO STESSO TEMPO, RIUNISCE GLI OPPOSTI IN UNA SOLA DIVINITA’: perché l’uomo ha una doppia natura, una personalità cosciente e una inconscia che si compensano l’un l’altra e se si va troppo verso l’alto, verso la testa, bisogna tornare al lato oscuro e istintivo. Viceversa, se si è troppo naturali, ‘barbari’ e inconsci, si deve andare verso l’alto assumendo l’elemento spirituale per tendere alla completezza (lo spirito non va separato dal mondo e il mondo deve essere compenetrato dallo spirito, cioè alchemicamente: spiritualizzare la materia e materializzare lo spirito o fissare il volatile e volatilizzare il fisso ecc.).

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Merlino è il CERVO: anche Mercurio è detto in alchimia CERVUS FUGITIVUS, RETAGGIO CELTICO DELL’ANTICO DIO KERNUNNOS….

Merlino è anche il MERLO, SIA BIANCO CHE NERO, altra importante figura dell’alchimia, che rappresenta come il corvo la fase oscura (Nigredo) e quella luminosa (Albedo) della trasformazione della personalità.

Merlino alla fine scompare nel bosco profondo oppure si fa incantare dalla fata Viviana o Niniana10 che lo cattura seducendolo e impedendogli di tornare nel mondo degli uomini.

L’ncantesimo (enserrement o entombement) è in una torre (esplumeor11) o in tomba nella roccia dalle quali all’inizio il suo spirito invisibile può ancora parlare. Alla fine è in una pietra o in una casa di vetro, silenzioso. L’ultimo segno di Merlino è un urlo straziante con cui maledice la donna e si lamenta per la sua sorte.

Ma il legame erotico fra la fata Viviana o Morgana (Muirgen, dea celtica delle acque, affine a Afrodite) e Merlino che scompare in lei è da vedersi anche in senso positivo e non solo attraverso il pregiudizio negativo cristiano sul femminile. E’ il ritiro di un dio dal mondo per abbandonarsi nelle braccia del suo Sé, non sopraffatto dall’Anima in senso negativo: lo spirito luminoso si unisce a quello oscuro, il saggio alla fata.

Dopo la scomparsa di Merlino, l’uomo originario, l’Anthropos ritornato fra le braccia dell’Anima profonda, restano una pietra da cui il suo spirito parla e la Tavola Rotonda che egli ordinò a re Artù di far costruire: un simbolo del Sè, il cerchio, la totalità cioè l’unione dei contrari e la riunione dei molti intorno all’Uno, l’armonia fra la coscienza e l’inconscio, fra lo spirito notturno secco, rosso e infuocato che parla a partire dal Centro nei sogni e nelle intuizioni e l’ego diurno bianco, umido e materialistico, che vive di percezioni, sensazioni esterne e pensieri.

1Book of Taliesin, in S. Skene, Four Ancient Books of Wales, Edinburgh 1868

2V. anche: Lettera di Wolfgang Pauli a Emma Jung del 16 nov. 1950 in: Jung e Pauli, il carteggio originale, Moretti e Vitali ed., 2016

3Emma Jung e M.L. Von Franz, Psicologia del Graal, Tranchida ed., 2002

4v. Arcano XVII dei Tarocchi, la Stella, l’irruzione della coscienza cosmica che modifica la realtà condizionata, la Provvidenza che rompe il destino-automatismo dell’ego…

5 Mircea Eliade, Lo sciamanesimo, edizioni Mediterranee

6Esiste nel simbolismo alchemico una relazione fra il MERLO (MERULA IN LATINO) E SAN GIOVANNI. Ovviamente Merlino-merlo è il nome del “volatile”, dello Spirito, opposto-complementare al “fisso”: la materia, la coscienza dualistica.

7 Per questa espressione v. i libri di KARLFRIED GRAF VON DURCKHEIM, p. es. L’uomo e la sua doppia natura ecc.

8V. LA POESIA DI TALIESIN NELLA PREMESSA CHE MANIFESTA QUESTO SPIRITO MERCURIO, CON CUI IL POETA SI IDENTIFICA.

9 Anche il Graal è pericoloso e danneggia chi non sa mantenere la distanza prescritta. Cristo in un detto apocrifo (Vangelo di Tommaso) dice: “Chi è vicino a me è vicino al fuoco”.

10 (o Morgana, sorella di Artù, sua allieva e fata dell’Isola di Avalon, l’isola delle mele, degli immortali, che usa ciò che ha imparato da Merlino, che si era innamorato di lei, contro di lui…)

11 Richiamo simbolico ALCHEMICO all’immagine del VOLATILE-MERLO

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