Cara Agata,
i due angeli non sono in un luogo ‘fisico’, casomai in uno spazio psichico di ‘distanza’ dalle cose del mondo, che possono osservare dall’alto. Hanno un punto di vista privilegiato e una maggiore ampiezza di vedute rispetto al povero Mauro che vive immerso nella quotidianità anche dopo che è morto. Se ti può interessare questa dimensione ti potresti leggere ‘Il libro tibetano dei morti’ (Bardo Todol) in cui viene descritta molto bene questa dinamica della ‘terra di mezzo’ in cui vaga l’anima di chi è appena morto ma ancora non se ne è reso bene conto. Esistono molti resoconti di questa dimensione intermedia anche in libri scritti da medici rianimatori (es. Moody, La vita oltre la vita). Gli angeli rappresentano il nostro Sé superiore che osserva ciò che facciamo in una dimensione aspaziale e atemporale che io (e non solo io!) ho proiettato in ‘cielo’, diciamo in un’orbita ‘fra la terra e la luna’, ma abbastanza vicina all’atmosfera terrestre (‘i livelli angelici bassi’, quelli più vicini alla materia, al corpo). Diciamo anche che il fatto di andare su Venere, uno dei pianeti più vicini a noi, significa solo entrare in quella dimensione dell’anima in cui Venere regna, la dimensione della generazione e dell’attrazione reciproca, dell’amore e del desiderio, della passione ma senza troppa riflessione (che è invece la dimensione di Psiche, l’amante di Eros che è il figlio di Venere). L’angelo nero è più orientato agli istinti e alla possessione da parte dei desideri (il lato infero, più vicino al corpo), quello bianco alla loro integrazione in un contesto più vasto in cui si può anche vederne il senso (dei nostri desideri) e lo scopo, oltre che i sentimenti a cui sono legati. Il nero è più sensazione e intelletto, il bianco è più sentimento e intuizione, nel senso di visione interiore (in-tueri, vedere dentro). Il nero è l’Ombra, il male, il nostro lato oscuro, il bianco è quello più celeste, immortale, senza tempo e senza spazio (i cinesi li chiamano anima hun e anima p’o, la prima sale ‘in cielo’ dopo la morte, la seconda è quella che regola i sistemi neurovegetativi e resta in terra). E’ quest’ultima che è coinvolta con i fantasmi e con le parti ‘basse’ dello psichismo che i medium o altre persone sensibili avvertono in casi di morte violenta. E’ solo una parte della personalità, un guscio vuoto in cui manca l’anima superiore. Questo fenomeno si osserva nelle persone anziane in cui l’avvicinarsi della morte peggiora sempre più il carattere: l’anima bianca ‘torna a casa’ e quella nera prende sempre più possesso dell’individuo finché non resta solo lei quando l’altra è sparita del tutto. E’ il motivo per cui spesso si osservano i comportamenti più sregolati e le frasi più oscene in persone prima normalissime e amabilissime, e questo in assenza di lesioni neurologiche. E’ un fenomeno che io ho osservato molto spesso. Solo un’unione armoniosa del bianco e del nero crea un vero individuo, che altrimenti resta sempre unilaterale. Mauro morendo vede la sua personalità globale, le sue due anime, e può vederle perché il suo io (essendo lui morto) si è aperto, si è dissolto, è più debole, non ha più storia (anche se lui ancora non lo sa!). Ciao, Maurizio.